Vessillo degli scalpellini e affini

 

  • Id: FPC_bandiera_020
  • Ente: Federazione svizzera lavoratori edili e del legno, Sezione scalpellini e affini, Sezione Lodrino
  • Data: 1925

L’industria del granito conosce un importante sviluppo alla fine dell’Ottocento, con i lavori ferroviari; vengono aperte numerose cave e agli imprenditori ticinesi si sostituiscono ben presto gli italiani «esperti nell’arte ma inesperti capitalisti» e poi gli svizzero-tedeschi. I capitali vengono dal nord delle Alpi, il mercato dei prodotti è quello svizzero, dopo la progressiva chiusura dei mercati italiani. Tra il 1897 e il 1900 l’industria del granito vive il suo periodo d’oro, occupando alcune migliaia di scalpellini.

Gli operai stentano ad organizzarsi malgrado le loro condizioni di vita e di lavoro siano pessime. I padroni li costringono d’estate a lavorare 13-14 ore al giorno, a volte persino 15; impongono il cottimo, senza tariffa stabilita. Sono pagati a mese e costretti a rifornirsi nei negozi dei proprietari di cave. In maggioranza “regnicoli”, gli operai sono mal visti dagli indigeni, sono soggetti alle rappresaglie dei padroni e sono oggetto della diffidenza delle autorità locali. Un’inchiesta sul lavoro nelle cave del 1904 mette in evidenza la mancanza di misure di sicurezza sui posti di lavoro che sono all’origine di numerosi incidenti a cui si aggiunge la silicosi, la piaga dell’alcolismo favorita dalla vicinanza dei magazzini gestiti dai padroni stessi, l’inadeguatezza degli alloggi.

Nei vari comuni della Riviera e della Leventina nascono sezioni sindacali e le lotte intraprese sono all’origine di miglioramenti salariali e delle condizioni generali di lavoro. L’industria conosce tuttavia, progressivamente, una perdita di importanza.

La bandiera, rossa, presenta davanti al centro alcuni strumenti dello scalpellino (mazzotto, squadra e compasso); in alto Sezione Scalpellini e Affini, in basso Lodrino 1925. Sul retro è rappresentato il sole dell’avvenire che sorge sul mare. L’inaugurazione avviene il 13 settembre. Libera Stampa, l’8 settembre invita a partecipare a quella che più di una festa è “il risveglio, la solidarietà e l’armoniosa concordia che vi è oggi tra i lavoratori del Ticino”. Ed è pure un momento “non solo di godimento ma anche d’istruzione e di coltura” per “scuotere quei pochi (per fortuna) scettici od incoerenti che sono ancora lontani dalla nostra organizzazione”.

Il quotidiano socialista del 15 settembre riporta il resoconto dell’inaugurazione. La partenza del “corteggio” inizia alla stazione di Osogna, percorre la strada cantonale per Lodrino “con alla testa il fascio delle bandiere sorelle, la Filarmonica di Osogna e un gruppo di ragazze”. Al campo della festa il primo a prendere la parola è Augusto Vuattolo, segretario della Federazione svizzera dei lavoratori edili e legno che insiste sull’importanza di organizzarsi. È poi la volta del consigliere di Stato Guglielmo Canevascini, già segretario della Camera del Lavoro e profondo conoscitore dei problemi degli scalpellini. Il suo discorso è incentrato pure sull’organizzazione, l’unione degli operai, le lotte combattute e le conquiste ottenute. Pur indipendente dai partiti, il sindacato deve svolgere attività politica poiché “ogni problema economico è nello stesso tempo problema politico”. L’inaugurazione si conclude con una parte ricreativa (giochi popolari e ballo campestre).

 

Fonti

 

  • Barni – G. Canevascini, L’industria del granito e lo sviluppo economico del Canton Ticino, nuova ed. Bellinzona, 2009.
  • P. Genasci, “L’industria del granito e le lotte operaie tra fine Ottocento e metà Novecento” In: Tenero-Contra. Un comune dai vigneti alle sponde del Verbano. Comune di Tenero-Contra, 2010.