TRACCE DI ROSSO – CENTO ANNI DI PRESENZA SOCIALISTA NEL GOVERNO TICINESE
A cura del gruppo di lavoro della Fondazione Pellegrini Canevascini
2022
FPC
Prefazione
Il 23 aprile 1922, esattamente cento anni fa, con l’elezione di Guglielmo Canevascini, il Partito socialista ticinese (PST) faceva il suo ingresso nel Consiglio di Stato. Da allora, il giudizio e le critiche sull’attività (o inattività) in governo hanno accompagnato la vita del partito; la volontà di offrire spazio e sostegno ai consiglieri di Stato si è sempre scontrata con la necessità di contenerne l’inevitabile invadenza.
Nel dopoguerra, il PST aveva conosciuto un’importante crescita in termini di voti e, nel sistema svizzero, quando un partito acquisisce un certo peso elettorale, l’entrata in un esecutivo si fa più vicina e pone inevitabilmente la questione della concordanza. Per i socialisti però vi fu come ostacolo all’accesso alla stanza dei bottoni anche una questione ideologica, di lotta allo Stato borghese che ritardò la loro entrata nel governo federale. Diversa la situazione sul piano cantonale dove non pesava la scelta di rifiutare i crediti mi- litari; alcuni partiti socialisti divennero partiti di governo già alla fine dell’Ottocento (Zurigo e Ginevra). In Ticino, una coalizione di minoranze (conservatori, agrari e socialisti), permise l’entrata del PST nell’esecutivo cantonale, non prima però di un serrato dibattito all’interno del partito stesso sull’opportunità di partecipare al governo.
Negli ultimi decenni diversi sono stati gli studi sul movimento operaio ticinese e le sue organizzazioni politiche e sindacali. Nella ricorrenza di questo centenario non ci è parso sensato riprendere quanto già scritto in altre occasioni; inoltre si desiderava proporre un testo agile, di facile lettura e che tenesse conto essenzialmente del punto di vista dei socialisti al governo. Infine si è voluto riprendere una tradizione che ha spesso caratterizzato il gruppo di lavoro della Fondazione Pellegrini Canevascini, quella cioè di lavorare in team. La pubblicazione è infatti il frutto di un lavoro collettivo.
Come scelta iniziale, per confezionare un libro un po’ particolare e non troppo serioso, si è deciso di puntare, accanto a due contributi più corposi, su testi piuttosto brevi e sintetici senza note e referenze, riferiti a temi che hanno coinvolto direttamente i consiglieri di Stato socialisti. E siamo consapevoli delle possibili lacune in quello che abbiamo appunto definito un «lessico imperfetto», nel quale, come si usa in questo genere d’esercizio, le voci sono presentate in ordine alfabetico e lasciate alla responsabilità degli autori e delle autrici.
L’adozione di questa linea ci ha spinti quasi automaticamente a coinvolgere il maggior numero possibile di specialisti in campi diversi, sia per formazione o ricerca sia per esperienza diretta. Sono quindi una ventina gli autori e le autrici che hanno accolto l’invito e, con un grosso sforzo di concisione, hanno redatto queste voci.
Lo scopo ultimo del nostro lavoro non era di dare un giudizio sulla partecipazione dei socialisti al governo, bensì di illustrare le numerose sfumature di questa secolare esperienza politica. Ci premeva soprattutto di fornire una serie di elementi che permettesse a ogni lettore di valutare il senso e l’importanza della presenza socialista nel governo cantonale ticinese.