“Quattro paginette” contro il fascismo (settembre 2013)

Titolo: Ritratto di Pietro Barana e della sua segretaria alla redazione di Libera Stampa
Autore: Non identificato
Data: 1929
Luogo: Lugano
Dimensione (cm): 10 x 15
Fondo di provenienza: Fondo Gugliemo Canevascini
Segnatura: 01417
Riproduzione: Vietata, salvo autorizzazione della FPC

Cento anni fa, il 13 giugno 1913, usciva il primo numero del giornale Libera Stampa, espressione di una corrente del Partito Socialista Ticinese, allora minato da una grave crisi interna. È un settimanale di battaglia che denuncia il mal andazzo cantonticinese ma anche il capitalismo affamatore della classe operaia; difensore dell’italianità del Cantone, si schiera in favore dell’intervento dell’Italia in guerra a fianco dell’Intesa.
Il giornale è fondato e animato da Guglielmo Canevascini, primo direttore e segretario della Camera del Lavoro. Attorno a lui alcuni italiani, tra cui il tipografo socialista Pietro Barana, per decenni collaboratore e scrupoloso amministratore del giornale. La foto del 1929 ritrae Barana, con il caratteristico grembiule di tipografo, e la segretaria, in un locale della redazione. L’impressione è quella di alcuni vani d’appartamento adibiti a redazione. Barana stesso ricorda che agli inizi il giornale – “quattro povere paginette fatte di ritagli” – aveva pochi abbonati e una caterva di debiti.
Con il 1° luglio 1920 Libera Stampa diventa quotidiano e negli anni successivi sarà una spina nel fianco del fascismo, fin dal suo sorgere e per tutto il ventennio. La denuncia della dittatura fascista e di tutte le altre che, sull’esempio italiano, si affermano negli anni Venti e Trenta, fa del quotidiano socialista una bandiera di libertà e democrazia.
Espressione della socialdemocrazia nel periodo della guerra fredda, Libera Stampa vive i travagli del Partito Socialista Ticinese degli anni Sessanta ed esce indebolita dalla scissione del 1969. Il proliferare di fogli delle varie tendenze che si richiamano al socialismo, fa perdere alla sinistra l’occasione per dar vita a un giornale forte di area progressista.

Dal fondo di Libera Stampa (FPC 002 Libera Stampa e Diritti del Lavoro; 1914-1992; 6,6 m/l) proviene all’incirca un centinaio delle fotografie raccolte nella collezione fotografica della FPC. Si tratta per lo più di ritratti di personaggi, di fotografie di cronaca o d’agenzia che spesso portano annotazioni manoscritte di carattere tipografico.

Oltre al fondo FPC 002 Libera Stampa, anche i seguenti fondi personali depositati presso l’Archivio di Stato contengono materiali inerenti alla storia di questo periodico:

  • Gugliemo Canevascini (1886-1986; 11,8 m/l)
  • Piero Pellegrini (1920-1960; 2,4 m/l)