PROPOSTE OPERATIVE PER
UN’AZIONE COORDINATA DI
ASSISTENZA SANITARIA E SOCIALE ALLE PERSONE ANZIANE

AAVV | 1983 | pp. 83

Tratto dall’introduzione del libro

“Le vieillissement démographique appartient à la catégorie des événements déplaisants qui n ‘attirent pas l’attention et que l’esprit cherche à oublier, s’il en est, par hasard, informé. Ainsi, le phénomène le plus sur, le mieux observé, qui se prete le mieux à la prévision, et peut-etre aussi le plus important des temps modernes, échappe à la conscience de ceux qui le vivent”.

Questa citazione del grande demografo francese Alfred Sauvy, tratta da una pubblicazione dell’UNESCO, evidenzia come l’invecchiamento della popolazione, con tutte le conseguenze sia a livello individuale che collettivo, è un fenomeno di cui spesso e volentieri ci si dimentica. Si ha una certa difficoltà nell’occuparsi dei problemi di quella parte della popolazione ormai emarginata dal ciclo produttivo.
Eppure gli ultrasessantacinquenni rappresentano oggi nel nostro Cantone il 15,2% (40.404 persone) della popolazione totale; nel 2000 saranno circa il 20%.
A questo problema devono confrontarsi tutte le società industriali nelle quali la speranza di vita ha quasi raggiunto gli ottant’anni e dove le malattie infettive non uccidono praticamente più nessuno. Queste società senz’altro dispongono dei mezzi finanziari per consentire maggior dignità e autonomia esistenziale alla popolazione anziana.
Reperire le disponibilità economico-finanziarie per realizzare quei provvedimenti che permettano di mantenere l’anziano il più a lungo possibile al proprio domicilio e di creare le infrastrutture che consentano una vita il più autonoma possibile, compatibilmente allo stato psico-fisico della popolazione anziana, è unicamente un problema di priorità d’intervento e di scelte politiche che indirizzino le risorse finanziarie là dove effettivamente ce n’è più bisogno.
Per rimanere nel solo campo della salute pubblica del nostro Cantone osserviamo che, mentre è cosa evidente l’esuberanza di strutture che si occupano della fase acuta della malattia (abbiamo nei soli ospedali d’interesse pubblico almeno 300 posti-letto acuti di troppo), le infrastrutture destinate all’ospitazione di persone anziane sono, come dimostra questo rapporto, largamente insufficienti (mancano 1500 posti-letto), come pure i servizi di aiuto domiciliare che operano nel territorio (mancano 56 infermieri di salute pubblica e 137 aiuto familiari). Praticamente inesistenti sono poi altre strutture e servizi quali ospedali di giorno e centri diurni per attività socio-culturali e ricreative.
Nei prossimi anni si assisterà a uno spostamento della patologia verso le malattie tipiche dovute all’invecchiamento della nostra popolazione.
È dunque da prevedere uno sviluppo delle tecniche di cura e delle attrezzature indispensabili al ricupero delle lesioni funzionali al fine di assicurare ai pazienti la massima autosufficienza possibile.
Rileva a tal proposito l’Organizzazione Mondiale della Salute (gennaio 1977) che “on consacre trop de moyens au spectaculaire traitement des maladies aigues et trop peu aux soins de santé primaires dont auraient besoin de larges couches de la population, ainsi qu’à la protection sanitaire permanente qui serait nécessaire aux personnes atteintes de maladies physiques ou mentales chroniques et aux handicapés”‘.
Per una visione più particolare e approfondita dei problemi specifici legati all’invecchiamento della popolazione, come pure delle soluzioni che vengono prospettate nei diversi paesi, rimandiamo alla breve bibliografia alla fine del rapporto.
Concludiamo citando l’epidemiologo inglese Sir Archibald L. Cochrane il quale, dopo aver dimostrato l’inutilità e in molti casi la nocività per la salute di parecchi trattamenti terapeutici costosi, giungeva alla conclusione che esiste “… l’inégalité dans la répartition des crédits entre le secteur “thérapeutique”, et le secteur des “soins”, aux dépens de ce dernier,… “.

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