PER CONOSCERE
LA SVIZZERA ITALIANA
Ciclo di 16 conferenze organizzate
dall’Associazione Cultura Popolare di Balerna
AAVV | 1985 | pp. 168 | 2ª ed.
Prefazione di Alberto Nessi, maggio 1983
“L’ingegno trafficato è un grave sintomo di decadenza, è la preparazione di quello che fu detto il regno della mediocrazia” .
ROMEO MANZONI
Fermarsi a riflettere; interrogarsi; cercare di conoscere concretamente il proprio paese: è chiedere troppo? .
Per l’Associazione Cultura Popolare è su queste basi che si può dare una mano a ricostruire una coscienza disgregata da conformismo e indifferenza, onde tranquille che tutto portano via nella loro corrente; fare cultura popolare vuole anche dire, contro quella corrente, offrire a tutti gli strumenti per la comprensione della realtà.
Il ciclo di conferenze tenute all’ACP di Balerna dall’ottobre 1981 al giugno 1982, al quale hanno aderito con entusiasmo diciassette uomini di cultura della Svizzera italiana, risponde al desiderio di non ingannare prima di tutto noi stessi, di toglierci il paraocchi che ci impedisce di vedere con chiarezza la strada sulla quale camminiamo senza bussola.
Sono lezioni di economia, storia, lingua, vita popolare, arte e letteratura: frammenti eterogenei di un ‘immagine realistica che le forze vive del Cantone vanno proponendo in questi anni e che si spera possa infine servire a mettere in ombra i falsi clichés, gli affreschi celebrativi, gli schizzi di maniera, i fumetti.
Colonizzati per tre secoli dagli svizzeri, senza industrie né città né università, costretti a emigrare, isolati economicamente e culturalmente, disuniti e selvatici, dominati dalla casta degli avvocati, abbiamo stentato nell’Ottocento a costruirci uno Stato; ora che l’abbiamo, e prima ancora che le vecchie piaghe siano guarite, nuove piaghe ci affliggono.
Questo libro, che contiene le relazioni tenute a Balerna un anno fa, si propone di aiutare gli svizzeri italiani a tenere gli occhi aperti. Qualcuno recentemente ha parlato di resistenza. E allora diciamo pure resistenza di fronte all’attuale immeschinimento puntellato dalla nuova destra. Resistenza di fronte alla mistificazione della nostra anima lombarda.
Dopo gli anni beati dell’ottimismo e degli sprechi, della svendita di terre e acque, degli intrallazzi finanziari – che continuano, continuano, niente paura… -, del rifiuto di pianificare e di mettere in discussione le nostre abitudini, eccoci qui terziarizzati a ripiegarci sui nostri mali, in un prezioso fazzoletto di terra ridotto ad agglomerato urbano straziato dal traffico. Ma l’analisi dei mali e la volontà politica di combatterli troppo spesso lasciano il posto alle lamentazioni.
Per conoscere la Svizzera italiana, crediamo, è necessario prima di tutto sforzarsi di conoscere l’uomo del nostro tempo e la società che si è creato. Quasi sempre invece noi ci ripieghiamo su noi stessi come in una riunione di famiglia dove – se il papà lo permette – ognuno dice la sua, litiga, parla male del prossimo, dà pacche sulle spalle, ma dove non si riesce a guardare in prospettiva la realtà.
Ecco, le conferenze che presentiamo vorrebbero offrire qualche strumento per guardare in prospettiva la terra in cui viviamo e in cui è racchiuso il mondo, sfuggendo sia al pericolo di indossare gli abiti di moda confezionati dai sarti internazionali, sia a quello di calzare gli scarponi del contadino o – peggio – gli zoccoletti.
Parlare del proprio paese comporta due rischi: il compiacimento campanilistico e il distacco aristocratico.
La nostra ambizione è di evitare queste due forme di provincialismo per seguire la via dell’attenzione critica; senza suonare il piffero per nessuno.
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