LA BEFANA ROSSA

 

Memoria, sociabilità e tempo libero
nel movimento operaio ticinese

Marcacci (a cura di) | 2005

Edizioni Pellegrini Canevascini

Il libro ripercorre aspetti del movimento operaio e socialista – nel Cantone Ticino da fine Ottocento ad oggi – che sono in generale ritenuti meno degni d’interesse, rispetto alle lotte politiche e sindacali o alle conquiste in campo sociale ed economico. Si tratta dei luoghi e delle pratiche della sociabilità operaia, ossia di quelle attività destinate ad incidere sulle mentalità e la vita quotidiana, attraverso rituali, feste, forme di divertimento e spazi simbolici o d’aggregazione.

Ispirandosi a precedenti storici – il cristianesimo primitivo, le rivolte popolari dell’antichità e del medioevo, la rivoluzione francese – il movimento operaio si è dato simboli, riti e cerimonie, ha commemorato eroi, martiri e protagonisti, marcato la propria presenza negli spazi urbani con edifici e monumenti, creato luoghi di ritrovo e promosso varie forme di sociabilità e di pedagogia sociale attraverso attività educative e di svago. Tutto ciò per rafforzare nei militanti il sentimento d’identità collettiva e proporre all’insieme dei ceti popolari contenuti e ideali del movimento socialista.

Il sottotitolo del libro delinea le tre direzioni nelle quali gli autori si sono orientati per elaborare i contributi: i luoghi reali o simbolici d’incontro, le proposte per il tempo libero, la costruzione della memoria collettiva. Figurano nel volume la giornata del Primo Maggio, il Convegno del Ceneri, la memoria di eroi e martiri del socialismo e del libero pensiero, la funzione delle Case del Popolo, la diffusione dell’escursionismo e dell’alpinismo popolari, le vicende dei sodalizi sportivi d’ispirazione socialista, l’organizzazione scoutistica Falchi Rossi, le feste e i festival della sinistra ticinese dopo il ’68, la Befana Rossa.

Perché la Befana Rossa? Perché questa festa per bambini con recite, canti e distribuzione di doni, organizzata fino alla fine degli anni ’60 dai sindacati e dai gruppi giovanili socialisti, anticipava allegoricamente la «grande Befana» che avrebbe regalato ai lavoratori prestazioni e diritti sociali, vacanze pagate, tredicesima, ecc. Una prefigurazione del regno della giustizia e del benessere che avrebbe dovuto avverarsi con l’adozione delle riforme sociali propugnate dal movimento operaio. Un sogno e un’utopia sempre attuali e più che mai minacciati. Anche per questo, è parso interessante al Gruppo di lavoro della Fondazione Pellegrini-Canevascini, rileggere in chiave storica queste forme di “socialismo immaginato”, indissociabili dall’attività politica e sindacale.

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Il libro è disponibile presso le Edizioni Casagrande di Bellinzona.