Titolo: Paziente seduto contro la rete di cinta
Autore: Non identificato
Data: 1934
Fondo di provenienza: Guglielmo Canevascini
Segnatura: 00148
Riproduzione: Vietata, salvo autorizzazione della FPC
L’Ospedale Neuropsichiatrico Cantonale (ONC) di Mendrisio sorge nel 1898, nell’ambito della differenziazione dei vari istituti sociali, di ricovero e di assistenza, sviluppatisi nel XIX secolo: precursore per quanto riguarda la cura delle malattie mentali era stato Ginevra, con la creazione di un istituto per alienati nel 1838. Una differenziazione spaziale, nonché funzionale, accompagna le nuove riflessioni sulla psichiatria, svolte pure a livello elvetico da medici e psichiatri spesso di fama internazionale. Anche se in precedenza in Svizzera ci si era occupati dei malati mentali, l’idea che tale malattia comportasse anche aspetti sociali e politici si sviluppa nel corso dell’Ottocento e porta alla creazione di manicomi o ospedali psichiatrici in ogni Cantone.
Le foto contenute nel fondo Guglielmo Canevascini che riguardano l’ONC (dal 1985 Organizzazione Sociopsichiatrica Cantonale) sono state scattate negli anni Trenta, quando Canevascini dirigeva il Dipartimento delle pubbliche costruzioni. Si può dunque supporre che sia stata fatta un’indagine fotografica richiesta dallo stesso Dipartimento, volta a verificare gli spazi e le funzioni dell’ospedale. Una parte importante delle fotografie ritrae infatti spazi precisi, adibiti a funzioni specifiche, spesso sottolineate dalla presenza di persone intente a svolgere determinati compiti.
Un certo numero di fotografie si sofferma invece sui singoli ritratti degli ospiti, colti nella loro solitudine in mezzo alla collettività, con occhio spesso antropologico, ma a volte anche tra l’attonito e il curioso. Queste foto mostrano l’altra faccia dell’asilo psichiatrico, quella più complessa e dolorosa, non circoscrivibile a un’organizzazione precisa di compiti e cure. Una faccia ordinaria non eccezionale del dolore psichiatrico, che accompagna la storia del luogo e dei suoi cambiamenti funzionali. È il caso della fotografia presentata questo mese, che ritrae un giovane paziente seduto davanti alla rete del parco, a piedi scalzi, con una divisa consunta; un’immagine della sofferenza e della solitudine che si ritrova anche in altre foto dell’ospedale. Lo storico non può andare oltre nell’interpretazione di questa singola immagine, ma il corpus nel suo insieme, accompagnato da fonti scritte, permette di approfondire uno spaccato di storia sociale del Ticino nel Novecento.
Negli anni ‘50 e ’60, una nuova rivoluzione tocca gli ospedali psichiatrici, che sempre più si aprono verso l’esterno. Il parco dell’Ospedale di Mendrisio e le attività che regolarmente vi si svolgono ne sono un esempio.